L’argomento riferito al pericolo valanghe coinvolge un gran numero di appassionati in cerca di libertà nella più incontaminata natura invernale e contrariamente a ciò che più comunemente si pensa, in questo scenario non sono legati solo gli sci alpinisti: storicamente i frequentatori più assidui della montagna innevata; ma anche, gli escursionisti che frequentano le montagne d’inverno, gli alpinisti in generale, gli amanti delle discese fuori pista con tavole da surf (snowboarder) ed ancora gli escursionisti che hanno ritrovato in soffitta le vecchie racchette da neve (ciaspe), usate dagli eschimesi ed oggi trasformate in accattivanti e futuristici strumenti tecnologici. Anche queste attività sono interessate al pericolo valanghe.
L’obiettivo è quello di dedicare ancora molto spazio a questo argomento affinché si possano ulteriormente diminuire, in modo
indiscutibile, le statistiche riguardanti gli incidenti presentate ogni anno dal CNSAS.
Il progetto generale di prevenzione degli incidenti in montagna proposto dal Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico è denominato “Sicuri in Montagna” e da esso si articolano diversi moduli
specifici, tra cui quello realizzato in questa pubblicazione e chiamato “Sicuri con la Neve”.
Le statistiche internazionali parlano chiaro. La probabilità di sopravvivenza, nel caso di seppellimento totale,
in assenza di traumi importanti, è elevata entro 15 minuti (con il 92% di possibilità di ritrovamento in vita) e cala
drasticamente del 62% dai 15 ai 35 minuti (solo 30% di possibilità di ritrovamento in vita). La principale causa
di morte è l’asfissia, che supera il 50% dei casi nel seppellimento totale, da cui deriva l’importanza di proteggere
le vie respiratorie durante la fase di travolgimento.
I tempi di ritrovamento restano il problema maggiore ed il recupero di travolti, ancora in vita, si riferisce solo a
particolari situazioni, soprattutto relative alla possibilità di avere uno spazio davanti alla bocca: la cosi detta
“sacca d’aria” o “air pocket”.
Purtroppo va drasticamente precisato che quando arriva la squadra del Soccorso Alpino, anche con il cane da valanga, il più delle volte è già tardi!
Raramente le squadre del Soccorso Alpino riescono a raggiungere il luogo dell’incidente entro tempi ragionevoli
(anche con l’elicottero) e la ricerca operata dall’Unità Cinofila da Valanga
è quella che consente tempi più rapidi di ritrovamento dei sepolti, che raramente sono in vita.
Per un idoneo autosoccorso sono assolutamente necessari alcuni strumenti quali l’ARTVa,
LA PALA DA VALANGA E LA SONDA, dispositivi indispensabili.
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